Parrocchia di Balia

PARROCCHIA DI SANTA MARGHERITA IN SAN PANTALEONE – BALIA DI SESTO IMOLESE

Diocesi di Imola, Vicariato di Dozza, Frazione di Sesto Imolese, Comune di Imola (BO)

Della stessa unità pastorale assieme alla parrocchia di Sesto, fa parte la Chiesa Parrocchiale di Santa Margherita in San Pantaleone di Balìa, situata a pochi chilometri dal centro di Sesto Imolese. La località di Balìa è ritenuta amministrativamente parte della frazione di Sesto Imolese, dunque comune di Imola.

Essa si localizza più a nord rispetto alla parrocchia di riferimento.

Storicamente, il Cavalier Giovanni Maria Pantaleoni teneva molti suoi beni nella vicina pieve di Cantalupo e sia per comodo suo, sia per bene dei fedeli, fondò un oratorio, dedicandolo a san Pantaleone, Medico Soldato Martire, protettore della sua famiglia. Non si sa precisamente quando ciò avvenne ma certamente dopo il 22 marzo 1580, anno in cui fondò il suo baliaggio (baliato d’Ancona istituito da Cosimo I di Toscana nel 1561 per combattere i turchi). Pantaleoni fu un balì e da qui il nome di Balia.

I pantaleoni poi vendettero ai Tozzoni, i Tozzoni nel 1801 ai Mambrini. Poi la Chiesa da Vicariale divenne proprietà della Curia e divenne parrocchia, fu primo parroco Don Giuseppe Marangoni, dal 1928 al 1981, sacerdote zelante, grande predicatore, formatore e confessore, morto in concetto di Santità.

Artisticamente, l’edificio è di solidissima costruzione, tanto che gli anni e le intemperie non hanno arrecato alcun danno, sebbene abbia la fronte esposta a settentrione. L’interno aveva tre cappelle, la maggiore e due laterali, quest’ultime sono state poi eliminate per seguire la nuova liturgia. Dopo la generale imbiancatura del 1975, che cancellò quelle “pitture”, criticate dalle memorie di don Luigi Baldisserri (per commissione del rettore don Luigi Baroncini) del 1898 che le riteneva “imbrattature compiute da un imbrattamuraglie”, di cui oggi resta una piccola traccia in un ripostiglio in sacrestia, oggi vediamo una chiesa totalmente tinteggiata di bianco in occasione delle nozze d’oro sacerdotali di don Marangoni il 17 luglio 1988.

Dietro l’altare maggiore v’è un quadro raffigurante S. Pantaleone mentre contemporaneamente  sta donando la vista a un cieco e risanando il fanciullo morsicato da una vipera. Nella cappella di sinistra è la statua di Graziani di Faenza, Madonna del S. Rosario risalente al 1830-40, mentre nella cappella di destra è un quadro dedicato ai santi protettori della Diocesi di Imola: S. Cassiano e S. Pier Crisologo, in venerazione dinnanzi alla Vergine, raffigurazione che peraltro è in copertina del documento programmatico per il biennio pastorale 2013-15 “Dire Gesù”, redatto da Sua Eccellenza. Autore ed eventuale donatore delle tele è ignoto. Nella cantoria, l’organo del Veratti Bolognese, risulta costruito nel 1897.

Dietro la chiesa, è la Sacrestia, in volto con quattro eleganti colonne, appesi alle pareti sono parecchi quadri, fra cui quello raffigurante la Vergine nell’atto di consegnare il Rosario a S. Domenico e a S. Caterina, giudicato di buona mano. Tele più piccole rappresentano S. Francesco di Paola, S. Luigi Gonzaga, S. Stanislao Kosta. Sono quattordici le reliquie, fra queste la tibia del titolare s. Pantaleone. La chiesa, per lungo tempo vicariale, è stata eretta a Parrocchia solo nel 1928/29 ecco perché i registri risalgono a quel periodo, salvo quello di cresimati, dei matrimoni che sono antecedenti (1918; 1898).

Nelle nostre comunità, ritroviamo quelli che, per quanto concerne ricchezza artistica e spirituale, sono due veri gioielli: la Chiesa privata della famiglia Buscaroli, intitolata alla Vergine del Buon Consiglio, e l’Oratorio de La Marconcina, intitolato alla Vergine della Provvidenza.

Dal 2009 le due parrocchie sono state unite nell’unica Unità Pastorale, di fatto già sussistente.

Oggi, il parroco è Don Francesco Gaetta, di Conselice, che ha compiuto il suo ingresso il 12 giugno 2010.

 

FONTI:

Giovanni Magnani, Sesto Imolese tra cronaca e storia, Nuova Grafica, Imola, 1994, pp. 128

Monica Marocchi, Una lapide ritrovata: sulle tracce dell’Antico oratorio del Santissimo Salvatore e del patrizio Nicolò da Carpi “il barbero”, classificazione Dewey 726.509454142, Imola, inserto ne Il sesto miglio , P. 9-14 : ill., 2015

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