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La Parrocchia di Santa Maria Assunta è situata in Sesto Imolese, frazione di Imola, Provincia di Bologna.
È il paese collocato sulla via San Vitale, l’importante strada provinciale che collega Bologna a Ravenna. Sul suo territorio sono rintracciabili i segni della colonizzazione romana. Il nome stesso dal cardine Sextus, non risale all’antica suddivisione dei terreni in cardini e decumani, ma piuttosto è determinato dall’imposizione in questi luoghi della Sesta pietra miliare delle milizie romane stanziate nell’attuale Medicina di Bologna. Noi eravamo al “Sesto miglio” dalla Legione Romana.
Posto sul confine tra Imola e Bologna, venne contesa da entrambe, finché nel 1475 papa Sisto IV lo assegnò definitivamente alla Diocesi di Imola. In periodo Napoleonico, fu oggetto di contesa fra i non lontani Comuni di Medicina, Castel Guelfo e Castel San Pietro Terme. Venne però attribuito amministrativamente a Imola.
Sotto il profilo ambientale, Sesto Imolese si presenta completamente pianeggiante. Siamo nella vallata del torrente Sillaro, il cui corso definisce il confine storico-geografico tra Emilia e Romagna, campi verdi alternano ampie distese, coltivate a frutteto o patate, cipolle e piante da seme. Le frequenti inondazioni del Sillaro hanno reso urgente un serio intervento di bonifica attuato in tempi recenti.
La Chiesa Parrocchiale è dedicata a Santa Maria Assunta. Originariamente collocata sulla riva del fiume fu costruita nel 1520, anno di fondazione della Parrocchia di Sesto Imolese, resa autonoma, assieme alla Parrocchia di Giardino (al secolo “Cantalupo Fiume”), dalla Pieve di Sant’Apollinare di Cantalupo.
Il nuovo complesso parrocchiale, costruito all’inizio degli anni ’50, ad opera degli stessi parrocchiani è più distante dal fiume di qualche centinaia di metri rispetto alla precedente, che i bombardamenti del 9 Aprile 1945 avevano distrutto.
La nuova Chiesa fu inaugurata nel 1954 ad opera del Vescovo di Imola S. Ecc.za Monsignor Paolo Tribbioli. Alla cerimonia partecipò anche il cardinale di Bologna S. Em.za Monsignor Giacomo Lercaro, motivo di tale presenza è un curioso episodio accaduto pochi giorni prima: viaggiando da Ravenna a Bologna presso il ponte di Sesto, si era trovato imprigionato nella sua auto, uscita di strada. Alcuni sestesi, accorsi per liberarlo, erano stati poi amabilmente rimproverati dal Cardinale per il loro linguaggio non molto ortodosso. Essi come segno di scusa, lo invitarono all’inaugurazione della loro Chiesa, ottenendone promessa formale.
Artisticamente, l’edificio sacro riprende lo stile romanico, con archi a tutto sesto, mattoni e pietra vista alternati a pareti semplici. Essa, accogliente e luminosa, ha navata unica, la zona absidale presenta la Statua dell’Assunta a braccia aperte, ceramica moderna del 1994 di Gioghi di Castel Bolognese, eretta nella chiesa nell’ambito di alcuni lavori di ristrutturazione della chiesa, specialmente nella pavimentazione e negli impianti sonoro, di illuminazione e di riscaldamento, lavori eseguiti sotto la guida del caro sacerdote Don Casimiro Sbarzaglia di Campiuno.
Le cappelle laterali sono dedicate al Sacro Cuore di Gesù e alla Madonna del Rosario. Entrambe le statue, in legno, provengono da Ortisei, per produzione dell’abilissima famiglia Ferdinando Perathoner, che ha saputo rendere due opere d’arte, oggetto di studio da parte di critici rinomati come Vittorio Sgarbi, che dedica loro alcune pagine di suoi scritti. Ad oggi, la cappella del Crocifisso è sede del Coro; in fondo alla chiesa, altre due cappelle laterali ospitano due confessionali, uno antico e uno di recente fattura. Nel lato sinistro, prima di superare la moderna bussola in legno di abete, si staglia immensa la rappresentazione di A. Montevecchi della “Madonna Assunta in Cielo con Angeli”, originaria della vecchia chiesa e risalente al periodo del 1935 circa, che nella vecchia chiesa costituiva la pala d’altare. Il tabernacolo è decentrato a Sinistra subito ai piedi del Presbiterio, a desta il marmoreo Battistero con Mosaico raffigurante i sette sacramenti e il Cristo.
Dal 2009 le due parrocchie sono state unite nell’unica Unità Pastorale, di fatto già sussistente.
Oggi, il parroco è Don Francesco Gaetta, di Conselice, che ha compiuto il suo ingresso il 12 giugno 2010.
FONTI:
Giovanni Magnani, Sesto Imolese tra cronaca e storia, Nuova Grafica, Imola, 1994, pp. 128
Nicolas Vacchi – Monica Marocchi, Una lapide ritrovata: sulle tracce dell’Antico oratorio del Santissimo Salvatore e del patrizio Nicolò da Carpi “il barbero”, classificazione Dewey 726.509454142, Imola, inserto ne Il sesto miglio , P. 9-14 : ill., 2015
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